Negli ultimi decenni di ricerca la scienza medica ha solidamente confermato quanto sia importante l’alimentazione nella genesi delle malattie croniche come tumori, ipertensione, diabete, ecc.. Fra le raccomandazioni derivate da queste conoscenze troviamo la riduzione del consumo di carni, grassi animali, latticini e un’alimentazione basata sul consumo di vegetali (1). Queste indicazioni rivestono una particolare importanza in quanto in Europa si consumano il 60% di proteine animali in eccesso rispetto alle raccomandazioni dell’EFSA e dell’OMS (2).

Basare l’alimentazione su cibi di provenienza vegetale permetterebbe anche di ridurre la competizione alimentare essere umano/animale. Infatti, a livello europeo il 58% dei cereali e il 67% dei semi proteici e oleaginosi (soia, girasole, ecc.), prodotti o importati, sono utilizzati per alimentare il bestiame (2).

Ma come varia la composizione nutraceutica del latte e della carne in base alla dieta dei bovini? Secondo molti studi, le produzioni ottenute da bovini alimentati a prevalenza di foraggi hanno un più alto contenuto di carotenoidi e vitamina E, di antiossidanti, di acidi grassi insaturi e un rapporto omega 6/omega 3 più basso rispetto a quelli alimentati con una razione basata su concentrati. Queste caratteristiche si ripercuotono in modo molto positivo sulla salute umana (3,4,5). Per esempio, antiossidanti come la vitamina E, l’enzima Glutatione e l’enzima Super Ossido Dismutasi svolgono un’azione protettiva verso i radicali liberi. Queste sostanze sono presenti in grandi quantità nell’erba fresca e di conseguenza, quando i bovini mangiano erba, si concentrano in latte e carne.

Quindi, sembrerebbe che prediligere la qualità invece della quantità, quando si scelgono i prodotti di origine animale, può essere una strategia vincente sotto numerosi punti di vista: della salute umana, della sostenibilità ambientale e del benessere animale, in quanto allevare i bovini al pascolo permette loro di esprimere il loro comportamento naturale.

Si propone qui la piramide alimentare e ambientale del nostro cibo (fonte: Barilla Center for Food and Nutrition). Interessante notare come, in linea generale, un’alimentazione a base vegetale, tipica della dieta Mediterranea tradizionale, oltre a essere più vicina ai nostri fabbisogni nutrizionali, ha anche un minor impatto sull’ambiente.
GLOSSARIO
Omega3 e Omega 6: acidi grassi polinsaturi definiti essenziali perché il nostro organismo non può sintetizzarli. Quindi, vanno introdotti con la dieta. Alcuni alimenti naturalmente ricchi di Omega 3 sono, pesce, olio di pesce, crostacei, noci, mandorle, semi di girasole, lino, canapa e alcuni oli vegetali. Alcuni alimenti naturalmente ricchi di Omega 6 sono, noci, grano, girasole, olio di soia e olio di lino. Il loro contenuto in latte e carne varia a seconda della dieta dell’animale.
Rapporto Omega6/Omega3: è la proporzione, nella dieta umana, fra acidi grassi Omega6 e Omega3. L’OMS consiglia un rapporto di 4:1 o inferiore. Almeno una parte di Omega3 ogni 4 parti di Omega6.
Autore: Elia Marabotto
- Il cibo dell’uomo. La via della salute tra conoscenza scientifica e antiche saggezze, di Franco Berrino. FrancoAngeli/selfhelp editore, seconda edizione, 2016.
- An agroecological Europe in 2050: multifunctional agriculture for healthy eating. Findings from the Ten Years For Agroecology (TYFA) modelling exercise. Xavier Poux (AScA, IDDRI), Pierre-Marie Aubert (IDDRI).
- Invited review: A 2020 perspective on pasture-based dairy systems and products (2020). Alice Moscovici Joubran, Karina M. Pierce, Niamh Garvey, Laurence Shalloo, and Tom F. O’Callaghan. J. Dairy Sci. 104:7364–7382 https://doi.org/10.3168/jds.2020-19776
- Il modello latte nobile, un’altra via è possibile. A cura di Roberto Rubino (2014)
- A review of fatty acid profiles and antioxidant content in grass-fed and grain-fed beef (2010). Cynthia A Daley, Amber Abbott, Patrick S Doyle, Glenn A Nader, Stephanie Larson. Daley et al. Nutrition Journal 2010, 9:10http://www.nutritionj.com/content/9/1/10