Parlare semplicemente di pascolo non è oggi corretto in quanto, soprattutto negli ultimi anni, diverse sono le tecniche utilizzate. Per approcciarsi al tema, sembra doveroso, innanzi tutto, chiarirne la terminologia. Ad ogni modalità di pascolamento corrisponde una scelta specifica fatta dall’allevatore tenendo conto di contesti, obiettivi ed esigenze differenti.
Per questa “tassonomia” delle tecniche di pascolo, ci sembra utile riportare la classificazione descrittiva fatta nel 3° volume della Collana “Pratiche agroecologiche nell’allevamento bovino”, pubblicazione edita da Veneto Agricoltura (Pisseri F., a cura di, 2024. “Pascoli, parassitosi e agroforestazione”. Ed. Veneto Agricoltura – ISBN 978-88-6337-298-4 Legnaro(Pd)
Metodi di pascolamento
Pascolo libero: detto anche continuo estensivo, con presenza continua degli animali su vaste aree, senza periodi di riposo del cotico (Allen et al., 2011). È un metodo di pascolamento non razionale, gli animali scelgono le essenze più gradite e le pascolano ripetutamente, dominano le essenze non pabulari e si formano zone nude compattate. Il tempo speso per l’attività locomotoria riduce quello dedicato all’alimentazione (Gusmeroli, 2004). L’erba residua si può compattare ritardando il ricaccio. Il carico istantaneo può essere di 7-25 q/ha. Questa tipologia ha effetti negativi sulla biodiversità selvatica, sia faunistica sia botanica, e può aumentare il rischio di predazioni.
Pascolo guidato: il conduttore accompagna la mandria seguendo confini naturali (siepi, boschi, valli) senza recinzioni. Si adatta bene ad ambienti disomogenei e si possono fare rotazioni. Si controlla l’ingestione in zone degradate, perché si possono spingere gli animali in una nuova area. È un’ottima prevenzione per le predazioni.
Pascolo razionale: pascolamento organizzato secondo uno schema, generalmente a rotazione.
Pascolamento continuo intensivo: variante del pascolamento continuo, in cui il carico si fa variare in funzione dell’intensità di crescita dell’erba con variazioni della superficie a disposizione degli animali (Cavallero et al., 2002).
Pascolo alternato: metodo di pascolo e riposo ripetuto usando due soli recinti in successione (Allen et al., 2011). Non è consigliato ma è una buona alternativa al pascolo continuo.
Pascolo selettivo: metodo di pascolo che garantisce ingestione di foraggio di alta qualità da parte dei giovani animali: permette il pascolo dei giovani animali in aree dove le madri non possono andare, ottimizzando le performance grazie all’assenza di competizione nutrizionale (Allen et al., 2011).
Pascolo differito: metodo che ritarda il pascolo su alcune parcelle. Lo scopo è attuare pratiche di conservazione e rigenerazione, inserendo pratiche quali risemina e controllo infestanti (Allen et al., 2011). Con il pascolamento differito o interrotto si permette di andare a seme alle specie desiderate, per ottenere un buon apporto di semi al suolo. Negli ambienti mediterranei, se si interrompe il pascolamento in corrispondenza della fioritura e della maturazione del seme, si favorisce l’affermazione delle specie annuali autoriseminanti.
Pascolo complementare: quando si usano in successione quotidianamente risorse pascolive con caratteristiche nutrizionali diverse.
Leader-follower grazing: gli animali con più elevate esigenze nutrizionali (es. bovine fresche di parto) pascolano per prime per un breve periodo di tempo. In seguito entrano nel pascolo animali con minori esigenze nutritive (es. manze).
Pascolo frontale a strisce: il bestiame viene fatto avanzare mediante scorrimento del filo in avanti, dove vi è del pascolo nuovo, senza precludere l’accesso all’area già pascolata. L’avanzamento del filo in genere è giornaliero (Allen et al., 2011). Questo metodo è sconsigliato perché gli animali pascolano e calpestano il ricaccio.
Pascolo prescritto: strumento alternativo al fuoco prescritto. È un metodo efficace, a ridotte emissioni e con costi ridotti se si attuano accordi tra allevatori ed enti pubblici e/o privati. Vi sono esperienze di successo in Spagna, Portogallo, Francia. La pratica del fuoco prescritto ha la funzione di prevenire gli incendi tramite il contenimento del combustibile e il mantenimento delle aree prative, che interrompono la diffusione del fuoco, tuttavia ha ricadute negative su clima e biodiversità.
APPROCCI AL PASCOLO A ROTAZIONE
Descriviamo brevemente alcuni approcci al pascolo a rotazione, che presentano diverse analogie tra loro, allo scopo di orientare il lettore, che potrà poi approfondire sui testi specifici.
Pascolo Razionale Voisin: pascolo razionale turnato ad alta intensità, con un carico animale istantaneo molto elevato. La mandria viene suddivisa in gruppi a seconda delle esigenze alimentari. Si pone una grande attenzione al periodo di riposo, che permette alle piante di ricostituire le riserve radicali. Raccomanda un accurato studio della geometria dei lotti di pascolo, una rotazione gestita in modo regolare e di non effettuare lavorazioni meccaniche del suolo. In generale, con un carico animale importante, è necessario avere un numero di parcelle elevato per mantenere il corretto tempo di riposo dell’erba ed evitare compattamenti del suolo (Voisin, 1957).
Metodo Savory: definito anche Holistic management, da indicazioni che coprono l’impostazione di tutte le sfere dell’allevamento. Abbiamo il pascolamento pianificato olistico (Holistic Planned Grazing), la pianificazione olistica del territorio (Holistic land planning), la pianificazione finanziaria olistica (Holistic financial planning) e il monitoraggio ecologico (Ecological monitoring). Tutte queste sfere si integrano con la sfera umana, garantendo così un approccio sistemico che comprende anche la gestione delle risorse umane. Savory ha approfondito le tecniche di pascolamento misto tra specie, in particolare bovini e avicoli, evidenziando importanti elementi di sostenibilità ed efficienza di tali sistemi produttivi. (Butterfield & Savory, 2016).
Pascolo Multipaddock: elevate densità animali per brevissimi periodi di permanenza, garantendo elevati periodi di riposo. Il sistema non è a calendario, ma muove gli animali in funzione delle risposte ambientali e degli animali stessi. Questo sistema vuole mimare il pattern dei ruminanti selvatici, che si muovono frequentemente e ad altissime densità a seguito della pressione dei predatori e per la ricerca di cibo.
Pascolo a Rotazione Adattativo: prevede una gestione di tipo dinamico, sistemico e partecipativo. L’impostazione della rotazione si basa su un progetto che viene adattato e rimodulato in base ai dati che derivano dalle osservazioni del sistema. Il progetto di rotazione deriva dal confronto delle competenze di operai, imprenditori e tecnici, secondo il metodo della ricerca-azione partecipativa, per cui le decisioni provengono dall’integrazione di conoscenze esperienziali e scientifiche.
Pascolo Rigenerativo: pascolo razionale intensivo che predilige pascolamento misto. La parola rigenerativo vuole evidenziare i servizi ecosistemici generati (biodiversità, fertilità, ecc.) e anche il recupero di agroecosistemi e di terreni degradati tramite il pascolamento, dando loro nuova vita. Il miglioramento della salute del suolo porta al miglioramento della qualità dell’acqua, della vegetazione e della produttività del sistema. Il progetto di pascolo viene adattato e rimodulato in base ai dati che derivano dalle osservazioni del sistema.
VARIANTI DEL PASCOLO RAZIONALE TURNATO
Tra le varianti del pascolo razionale a rotazione troviamo:
– il pascolo razionato con parcelle di piccole dimensioni, tali da garantire il fabbisogno nutrizionale giornaliero o di mezza giornata;
– il pascolo a ore con permanenza di alcune ore al giorno, indicato nel caso di superfici limitate;
– il pascolo misto, o multispecie (se le specie sono più di due) con più specie animali in consociazione o in alternanza; i comportamenti specie-specifici permettono una migliore utilizzazione delle risorse (Vallentine, 2000).